giovedì 10 dicembre 2009

Sant'Elena e dintorni

Luigi Capetto, meglio conosciuto come Luigi XVI aveva l'abitudine di prendere appunti sugli avvenimenti più significativi della giornata segnandoli su un diario agenda, in una pagina datata 13 luglio 1789 poche parole dicevano “nessun particolare degno di nota da segnalare“.
Nell'autunno del 1992 dopo l'esplosione di tangentopoli la democrazia cristiana dovette affrontare la forche caudine delle amministrative, alla vigilia l'allora segretario Arnaldo Forlani affacciato al balcone del TG1 delle venti sibilò: “ L'Italia è un paese ricco” per la DC fu un tracollo.
Il vento che spira in questi giorni trasporta umori ed dolori che ricordano molto quanto esposto poco sopra, sembra lo stesso vento che soffiava il 24 luglio del 43. il fiato del cavaliere sembra sempre più corto e il suo esercito uguale a quello nostro dopo l'8 settembre, un gregge di pecore che ha visto un lupo. Vedendo il premier in TV in questi ultimi giorni mi son soffermato sui tratti del viso, sembra contratto dai nervi fino a modificarne i suoi connotati essenziali, tipico di chi ha una forma di depressione o molta paura, al mio paese c'è un termine che descrive bene questa espressione con una similitudine (cument'e unu pillittu scramentau). Il motivo mi sembra piè che giustificato, si è ritrovato a dover incrociare i guanti con tre procure, la moglie, la mafia, le escort, la stampa nazionale ed europea, la consulta, l'opposizione, e qualcuno anche della sua stessa maggioranza, se non si fosse messo contro anche la chiesa avrebbe potuto avere almeno la benedizione del Papa.

Nessun commento: