giovedì 13 settembre 2018

Fatti inseguire e aspetta che ti baci da una fortuna tiepida e affettuosa ma se incalzata può farsi insidiosa e aver facile gioco degli audaci; fatti cullare e spingere alla riva ma non prendere mai l'iniziativa.Terzo capitolo 
Si ripresero la loro vita, Luca era studente universitario nella facoltà di ingegneria, mentre Lucia aveva scelto giurisprudenza, si doveva andare andare avanti con gli esami, cosa che non avevano mai pensato, nonostante tutto,  di rinunciarci, anche se si presero entrambi un po' di tempo per riprendersi da un evento non trascurabile dove non furono sufficienti, per riacquistare tutto, gli stessi giorni che passarono in sonno. Ma a luca ogni tanto gli risonava in mente come un eco questo nome, Lucia, e contemporaneamente, l'immagine sfocata del volto fanciullesco di Lucia che ben era riuscito ad immagazzinare nella propria memoria per essere stato per almeno due ore abbondanti ad ammirarlo per come gli apparve così bello. Un giorno, subito dopo aver dato l'ennesimo esame di matematica, fra i più impegnativi, Luca si sveglio abbastanza presto, sbadigliò rumorosamente e pigramente cercò con i piedi le ciabatte continuando a sbadigliare finché non le trovò, si alzò per andare in bagno e fare colazione. Decise così su due piedi che il giorno lo avrebbe dedicato alla ricerca dei quotidiani locali,  L'unione sarda, a casa sua da sempre qualcuno lo comprava tutti i giorni e sistematicamente, a fine giornata, veniva accantonato in uno dei tanti scaffali di un poco illuminato sgabuzzino, si trattava di frugare in una pila di centinaia di polverosi quotidiani per cercare quello del primo settembre, relativo al giorno successivo del suo incidente e a quello della sua compagna dei suoi sogni per togliersi un dubbio, se quella sua, una fosse sua fisima dovuta al coma o era una realtà? cercò sfogliando tutto il giorno senza tuttavia trovare niente, chissà cosa incartarono con quel giornale. Se ne dovette fare una ragione. 
Nei giorni successivi il governo adottò dei procedimenti restrittivi sulla spesa pubblica con dei tagli pesanti anche sulla pubblica istruzione, fra i quali anche l'università, non essendo una scuola dell'obbligo, per conseguenza, in concomitanza al taglio di alcuni servizi e i rimborsi, ci fu un forte rincaro delle tasse annuali e sulla iscrizione, si autoconvocò  immediatamente il consiglio di istituto, fu occupata un aula della facoltà di lettere sotto piazza d'armi, il preside ed il personale ausiliario cercarono di fermarli ma fu inutile. ci fu un'assemblea con vari interventi, alcune proposte vennero messe ai voti, fu deciso che la settimana successiva avrebbero sfilato in corteo nel centro di Calarè, si da coinvolgere anche l'opinione pubblica. Abbandonarono l'aula, al preside tornò il sorriso, un bidello posò la scopa che teneva in mano e adagiandola sulla parete, agitò le braccia in aria strillando " evviva l'università" e contemporaneamente guardò verso il preside, sollevando in alto l'indice della mano destra, per vedere se avesse colto. Sciolta l'assemblea, scesero tutti giù nel cortile sottostante, si radunarono fuori, formando diversi capannelli per discutere ancora sui vari modi per rendere più incisiva la protesta, di fronte  al cancello d'ingresso. Luca trovò spazio sui primi scalini della lunga e vertiginosa scalinata che porta alle aule della facoltà sedette vicino ad una ragazza che si guardava le unghie che avevano perso un po' di smalto, lei si spostò un po' più in là per lasciargli spazio, ma appena prese posto lo assali subito con una domanda, " tu che ne pensi, sei d'accordo per la sfilata carnevalesca"? luca chinò il capo e timidamente farfugliò " ma? sinceramente io avrei preferito occupare le aule e fare un bel po di casino bloccando le lezioni" lei si girò verso Luca e con gioia urlò, sollevando la mano destra " vai! batti cinque" fu un attimo, si guardarono negli occhi, lui si bloccò quasi ibernato, restò allibito, la guardò un'altra volta e non riuscì a trattenere le parole che gli uscirono dalla bocca senza volerlo
" tu sei Lucia"

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